Annia - la Val del Lovo
La Val del Lovo: un esempio di valli cultura
Dopo un caratteristico percorso a piedi lungo gli argini, e aver attraversato i vigneti della tenuta E. Bortolusso, siamo giunti nella proprietà Zanutta - Val del Lovo. Ci accoglie il proprietario, Gianluca Zanutta, che con orgoglio ci informa che ci troviamo nella prima valle da pesca del Friuli Venezia Giulia che ha ottenuto la certificazione Emas, il più importante riconoscimento d’Europa in fatto di sostenibilità ambientale. Ci ha fatto presente che, per ottenerla, sono stati necessari ingenti investimenti per apportare le migliorie previste nel progetto messo a punto, nell’anno 2000, con il fratello Vincenzo.
In laguna il pesce non viene solo pescato, ma anche allevato. Già al tempo dei Romani si aspettava la “montana primaverile” con cui arrivavano in massa gli avanotti in laguna, dove potevano crescere più protetti e riparati. Con la chiusura di alcuni bacini lagunari i giovani pesci restavano intrappolati nelle valli da pesca dove proseguivano il loro sviluppo fino alla maturità. Quando il richiamo sessuale li spingeva nuovamente verso il mare aperto, venivano catturati con delle reti apposite, poste all’imboccatura dei varchi che i vallicoltori avevano predisposto negli argini.
Dal tempo dei Romani ad oggi le cose sono cambiate, ma non di tantissimo. Attualmente il pesce si semina all’interno delle valli, dove si possono applicare metodi diversi di coltivazione: con “un’alimentazione naturale” fornita dalle risorse stesse della valle/ laguna (vallicoltura estensiva), oppure integrando l’alimentazione naturale con mangimi -pasturazione- (vallicoltura semi-intensiva), o ancora, facendo crescere il pesce utilizzando solo mangime in valli artificiali o in vasche costruite ad hoc ( vallicoltura intensiva).
La valle del Lovo ha una superficie di specchi d’acqua di circa 6 ettari ed è la prima in Italia per la produzione di branzini: nel 2008 ne ha prodotti ben 1.500 quintali (il 2% dell’intera produzione italiana). È dotata di “avanotteria”o “nursery”, dove si svezzano i pesciolini appena nati al momento dell’acquisto.
La qualità di una valle da pesca dipende essenzialmente da due fattori: l’ambiente e l’alimentazione. Sono vietati farmaci ed antibiotici. La valle è alimentata dal gioco delle maree, quindi si verifica un continuo scambio con le acque esterne. I vantaggi stanno nel fatto che in valle si possono controllare la qualità dell’acqua e le condizioni dei fondali e, se necessario, intervenire con filtri biologici.
Per quanto riguarda “la produzione”, il proprietario ci dice che, molto spesso, loro “seminiamo” 100 e raccolgono 50: una parte dei pesci si perdono per effetto del cannibalismo, un’altra per “le grandinate”, un’altra ancora perché catturati da uccelli, come i gabbiani e i cormorani ma, questo fa parte del gioco!
L’alimentazione è l’altro fattore che determina la qualità del prodotto della Val del Lovo, dove i pesci sono alimentati solamente con mangime certificato (che non deve contenere “farine di sangue”, ma solo di pesce) e con il fitoplancton, le “angudele” e i piccoli pesci e crostacei che si trovano nei fondali.
Un branzino di valle, per arrivare ad 1 Kg di peso, impiega 5 anni e consuma 2 Kg di mangime, oltre al resto del cibo che trova nell’acqua e sui fondali. La valle del Lovo è costituita da 50 vasche lunghe 500 metri, larghe 20 e profonde tre. Ognuno dei branzini che vi sono allevati dispone di ben 2 metri cubi d’acqua: condizione ben diversa degli allevamenti nelle gabbie in mare, dove i pesci sono costretti a vivere uno sopra l’altro. Per arrivare sui mercati senza intermediazioni, è stata costituita la Cooperativa “La Laguna”, a cui hanno aderito i Vallicoltori più importanti di Marano e di Grado. È stata operata una “scelta di qualità” per far sì che il branzino venga pescato e consegnato in giornata ad un prezzo accessibile.
Vivere il contatto diretto, immersi nella natura, non è come vivere in un paesino in riva al mare. Nelle valli si respira un’aria diversa, più “casereccia” e si diventa quasi parte di questa realtà di pescatori.
Questo itinerario speciale ha mostrato a noi studenti ciò che di unico ed impareggiabile esiste nel nostro territorio, pregno di significato e valore da rispettare e far conoscere; da proteggere, perché non venga interrotto quel rapporto mare-uomo che nei secoli ha sostenuto la vita di tantissime persone.