Annia - il Libro - Verso Marano

Navigando, lasciamo alla nostra sinistra l’isola di Sant’Andrea lunga più di quattro chilometri; essa appartiene all’insieme del cordone litorale che separa la laguna di Grado e Marano dal mare Adriatico ed è inserita tra i siti d'importanza comunitaria (S.I.C.) e tra le zone di protezione speciale (Z.P.S.). Di proprietà da circa sessant’anni della S.I.L.V.A. s.r.l., Società Incremento Vallivi Agrari, attualmente è adibita ad azienda agricola e faunistico-venatoria.

L’isola (direzione mare – laguna) è caratterizzata dalla spiaggia, dalla duna litoranea di quota poco superiore ai 3 m sul livello medio del mare, dall'ambiente retro dunale, arginato verso la laguna e adibito a coltivi, boschetti, valli da pesca, incolti e dall'ambiente barenicolo.

La vegetazione presente sull'isola è naturale, spontanea e prevalentemente di tipo erbaceo.

Negli specchi acquei della valle da pesca vivono formazioni sommerse di ruppia marittima (fieno di mare), che concorrono all'alimentazione di un discreto numero di uccelli acquatici.

La vegetazione arborea consiste in macchie e boschetti di pino e leccio; pertanto la tipologia ambientale è varia e con elevata biodiversità. Su un territorio relativamente poco esteso, infatti, coesistono zone umide di acqua dolce, zone umide salate, ambienti aridi, macchie boschive, prati e zone agricole.

Sull’isola di Sant'Andrea si può trovare sia una fauna legata alla presenza di zone ancora selvagge, come gli ampi spazi di bagnasciuga marino, di velma e di barena, che una fauna più legata alle zone destinate ad attività silvo - agricola - valliva.

Quest’isola riveste un ruolo strategico per la sosta degli uccelli in fase di migrazioni e racchiude ancora ricchezze e potenzialità inespresse. Il suo ambiente ad elevata naturalità, la rende affascinante ed enigmatica.

La nostra navigazione è proseguita senza intoppi lungo il canale Giò de Mur, un tratto di Litoranea Veneta, accompagnati da sprazzi di sole e con un vento forte di scirocco.

Una volta raggiunta la cittadina di Marano dopo aver attraccato al molo lato pescheria e consumato un lauto pranzo sul battello in compagnia dei nostri professori, ci siamo diretti al Mercato Ittico di Marano, per assistere ad un momento molto particolare, cioè l’asta del pesce al ribasso, unica in Adriatico, in cui si proponevano in vendita cicale di mare, orate, fasolari, vongole, branzini, san pietro e tanto altro. La merce esposta era molta, fresca e varia, nonostante in quei giorni poche barche fossero partite per le battute di pesca a causa delle condizioni meteo quasi proibitive. Questa tipologia d’asta è generalmente chiusa al pubblico, ma come spesso accade, la gente di mare si aiuta e il nostro “mozzo Paolin” ci ha fatto cogliere al volo anche questa occasione! ...e ci siamo trovati dentro!

Successivamente tutta la “comitiva Stringher” si è trasferita alla foresteria di Marano Lagunare, meglio conosciuta come “Casone Sarsegna” (Casone Alzavola), dove abbiamo potuto depositare i bagagli e sistemarci. Nel frattempo la prof.ssa Paola e il dott. Glauco Vicario, dopo un bliz alle aziende Almar e Friulpesca,  sono rientrati al casone con qualcosa di speciale: 10 kg di vongole maranesi, 10 kg di cozze e una cassetta di orate freschissime, che abbiamo “lavorato” e cucinato con passione  con la  supervisione del prof. GianCarlo Foscarini (Negramaro).

Il menù preparato da noi ragazzi è stato quello tradizionale, cioè: un risotto con cozze e vongole, orate al forno su letto di patate e come dolce un tiramisù preparato con tanto amore dalla “brigata quarte enogastronomia”.

Nel frattempo, gli studenti della classe IV Accoglienza Turistica, coordinati dalla prof.ssa Maria Pacelli (Marì),  hanno preparato i tavoli ed organizzato il servizio.

E’ stato veramente piacevole vedere i nostri docenti così coinvolti, disponibili e sorridenti nell’affrontare insieme a noi questa incredibile esperienza!

Dopo una gustosissima cena, (anche a detta dei nostri ospiti dott. Dino Del Ponte, dott. Glauco Vicario, sig. Marcello e i professori), tutti ci siamo riuniti davanti a un proiettore e un computer per vedere le slides, illustrate dall’espertissimo e professionalissimo dott. Aurelio Zentilin, biologo marino, un vero “guru” in quanto a informazioni sulla laguna di Marano e conoscitore degli “abitanti marini”, dei metodi di pesca, nonché dei sistemi e delle regole  di conservazione e  di vendita dei molluschi. Ci ha inoltre fornito svariate, interessantissime notizie e peculiarità sui crostacei, sui molluschi e sui pesci della laguna di Marano, che - vogliamo ricordarlo - è la laguna più settentrionale d’Europa.

Le slides mostravano ciò che vive sia nell’acqua di laguna, che riporta un gradiente di salinità del tutto particolare, sia più in profondità; le modalità di pesca con la turbo-soffiante, ovvero un tipo di barca dedita alla raccolta dei molluschi; i vari metodi per la “semina” dei molluschi e i metodi di raccolta più tecnologici. Insomma un vero e proprio reportage sul lavoro che per anni e anni i Maranesi e gli altri abitanti della laguna hanno svolto con dedizione e sacrificio, ma anche con ingegno e ora col supporto delle nuove tecnologie.

È stata una giornata significativa, intensa, che ha lasciato qualcosa d’importante in noi ragazzi e, pensiamo,  anche nei nostri professori: emozioni forti, suscitate da quei colori così particolari, frutto di una situazione atmosferica quasi autunnale in giorni di primavera. Il mare era sferzato dal vento di scirocco e i suoi marosi si schiantavano fragorosi sulle dighe di Porto Buso; il profumo della laguna, con l’alta marea, si sentiva intenso e pungente, perché lì il mare abbraccia la terra. Nella cittadina di Marano abbiamo incontrato gente vivace, attiva, sempre attenta all’ambiente e con l’allegra cadenza del dialetto veneto.

Noi ragazzi abbiamo percepito quel senso di impegno, di tenacia e di perseveranza che l’uomo ha saputo avere per vivere in tutti questi anni in un ambiente difficile e talvolta ostico per la vita, ma che, con un così intimo legame con la natura, lascia meravigliati e stupiti e dà la spinta per andare avanti, ad affrontare  con determinazione, se non con entusiasmo, le difficoltà che si incontrano nella vita.