all'ONU con Gioia


DALLO STRINGHER ALL’ ONU

GIOIA TONINI-SERLENGA  -ambasciatrice della 3BTuristico- CI RACCONTA TUTTO

 

La classe 3B indirizzo turistico ha salutato il ritorno di Gioia Tonini-Serlenga, impegnata al Palazzo di Vetro dal 28 Febbraio al 7 Marzo come partecipante al progetto Studenti Ambasciatori dell’ ONU.

Gioia, siamo tutti desiderosi di sapere com’è andata. Innanzitutto, eri preoccupata, prima di partire?

"Sì, ero molto preoccupata, non solo per come mi sarei trovata a New York ma anche perchè, visto ciò che sta succedendo oggi nel Mondo, avevo paura di non essere in un posto sicuro."

E il viaggio? Puoi darci qualche dettaglio? Quanti ambasciatori c’erano con te?

"Beh, diciamo che è stato stancante. Siamo partiti alle 5.30 di domenica 28 in corriera da Udine. Ad accompagnare il gruppo del nostro Istituto e delle scuole della provincia di Pordenone c’era un ragazzo di 22 anni che studia scienze diplomatiche all’Università di Gorizia. Alle 12 circa siamo arrivati a Malpensa. Là c’erano anche altre delegazioni che sono partite con noi; in tutto eravamo 800 persone circa. In aeroporto avevamo cinque check-in della compagnia Emirates tutti a nostra disposizione. L’aereo è decollato alle 15.00 e dopo quasi nove ore di volo siamo atterrati all’ Aeroporto Internazionale JFK di New York. Un piccolo dettaglio? Avevamo l’aereo a due piani, la connessione Wi-Fi gratuita e i poggiatesta dei sedili personalizzati."

Raccontaci il tuo arrivo, Gioia. Cosa hai visto? Chi ti ha accolto? Puoi dirci qualcosa sulla sistemazione e il primo impatto con New York?

"All’uscita dell’aeroporto abbiamo trovato delle limousine che ci hanno portato fino all’hotel dove abbiamo recuperato le nostre valigie e le chiavi delle nostre camere. Essendo arrivati in hotel verso le ore 23 (le 5 del mattino di lunedì in Italia) non abbiamo visto la città e siamo subito andati a letto.

Eravamo alloggiati all’ Hotel Sheraton a Times Square in camere da quattro persone in due letti matrimoniali. Al risveglio vedere la Grande Mela è stato magnifico: la caotica Times Square con le sue luci era strabiliante.

I primi due giorni abbiamo visitato la città in attesa che arrivassero tutti gli altri delegati. Siamo stati al Moma, al Metropolitan, al National History, all’Empire, a Rockfeller center, alla Statua della Libertà, a Ellis Island, a Little Italy e China Town, sul ponte di Brooklyn e al Memorial dell’11/09/2001."

Potresti spiegarci i contenuti del progetto?

"Il progetto prevedeva un esame d’ingresso interamente in inglese poichè il livello richiesto era il B2. Venivano accettati circa 5 ragazzi per ogni Istituto. Dopo aver passato l’esame, abbiamo frequentato un corso di 10 incontri tenutosi presso l’Istituto Marinelli, il pomeriggio, per un totale di 32 ore. I temi trattati sono stati: geopolitica, Guerra Fredda, public speaking, diritto internazionale, inglese giuridico e le regole di procedura di un dibattito all’ONU.

Il 22 Dicembre ci hanno svelato lo Stato che avremmo dovuto rappresentare (in quanto non potevamo rappresentare l’Italia) e per Udine erano state assegnate l’ Armenia e la Georgia. Ci siamo divisi nei due Stati e successivamente nelle varie commissioni. Assieme ai nostri "co-delegates", nel caso la commissione fosse formata da più delegati, abbiamo dovuto scrivere due position paper (testi con introduzione al problema e possibili soluzioni) in inglese sui nostri due argomenti. Questi testi, poi, sono stati corretti tramite videochat con una collaboratrice dell’Italian Diplomatic Academy (IDA), accademia che si è occupata della nostra formazione e del viaggio, che collabora con le Nazioni Unite.

La domenica prima di partire, ci siamo recati a Verona per una simulazione di ciò che sarebbe successo a New York, della durata dell’intera giornata. Lì ho incontrato gli altri delegati provenienti da tutto il nord Italia.

A New York abbiamo lavorato per tre giorni nelle sale conferenze dell’ Hotel Hilton a Times Square con sessioni di durata pari a tre ore e mezza l’una. Sabato 5 Marzo, siamo andati al Palazzo di Vetro, ci siamo seduti sulle sedie dei veri ambasciatori degli Stati facenti parte dell’Assemblea Generale e abbiamo assistito alla cerimonia di chiusura del programma NHSMUN (National High School Model United Nations) 2016. Ciò che mi ha colpito è stato il cerimoniale che bisogna rispettare per prendere la parola durante le conferenze."

Ci sono particolari o situazioni che vuoi mettere in evidenza?

"Quest’anno, essendo il 70esimo dell’ entrata dell’Italia alle Nazioni Unite, solo noi delegati italiani abbiamo avuto la possibilità di entrare una seconda volta al Palazzo di Vetro per assistere ad una conferenza alla quale hanno partecipato: il vice segretario di Ban Ki Moon, l’ambasciatore europeo all’ ONU e l’ambasciatore italiano all’ONU.

Venerdì sera, abbiamo partecipato alla "delegates dance" nelle sale dell’Hotel Hilton. La festa si è protratta fino alla mezzanotte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere altri delegati tra i 5000 presenti provenienti da tutto il Mondo."

Ok. Ora vorremmo da te un giudizio complessivo sull’attività

"Sicuramente non è stato un lavoro semplice, anzi, direi che conciliare scuola, corso e stesura del position paper non è stato facile. È stata un’esperienza dalla quale ho imparato molto, non solo durante il dibattito nella mia commissione ma anche durante le visite ai Musei e alle principali attrazioni di New York."

E, da ambasciatrice, che messaggio vuoi indirizzare ai tuoi coetanei?

"Beh, di approfittare, se possibile, di queste occasioni perchè aiutano a riflettere e a crescere. Redigendo il position paper abbiamo dovuto fare un lavoro di ricerca che da una parte ci ha insegnato un nuovo metodo di lavoro e dall’altra ci ha reso consapevoli che pur convivendo con i nostri problemi, ci sono persone che vivono in altre nazioni con situazioni molto difficili sia economicamente che politicamente, anche in Stati che prima non conoscevo così approfonditamente. Durante i lavori, con persone provenienti da Stati diversi (e che parlavano lingue diverse) abbiamo discusso sullo stesso argomento Poi, è sempre bello poter visitare una città così bella e meta di tanti turisti. Questi progetti, inoltre, aiutano a capire se è questo il percorso di studio e di lavoro che vorresti intraprendere dopo la scuola superiore."

È il momento di terminare la nostra intervista a Gioia Tonini - Serlenga; lo facciamo a malincuore; del resto, anche le ambasciatrici all’ ONU devono riprendere il ritmo della quotidiana vita scolastica.

(a cura del docente di Lettere della 3btt Maurizio Bais)

 

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