Pellegrinaggio dei Reduci
Conferenza dibattito
“Dal pellegrinaggio dei reduci, alle proposte per il centenario”
1 marzo 2014 - ore 10 - Aula Magna I.S.I.S. Bonaldo Stringher di Udine
Interventi di
Federico Pirone
Presidente Comitato di Udine per la Celebrazione del Centenario della Grande Guerra Assessore alla cultura Comune di Udine
Lucio Fabi
Storico e Rappresentante del Comitato Nazionale Commemorazione Centenario della Grande Guerra
Raffaella Sgubin
Conservatore dei Civici Musei della Provincia di Gorizia, Museo della Grande Guerra
Alice Venaruzzo
Rappresentante Ente Regionale Turismo FVG
Maria Paola Frattolin
Guida regionale – Itineraria
Andrea Moro
Rappresentante Nordest Comunicazione & Eventi
Nicola Pieri
Federazione Italiana Amici della Bicicletta – BisiacINbici
I luoghi della Grande Guerra fin da subito dopo la fine furono visitati. Chi raggiungeva le trincee, ma soprattutto i cimiteri di guerra, erano i sopravvissuti o i parenti di chi era caduto lungo la linea del fronte. Ecco perché nel titolo della conferenza-dibattito abbiamo scelto di inserire la parola pellegrinaggio, la pietà cristiana e non trovava un momento importante nel ricordo dei morti, ma anche nella visita dei luoghi dove i vivi soffrirono.
Quasi contemporaneamente nacquero le Associazione combattentistiche, per esempio l'Associazione Nazionale Alpini fu fondata nel 1919, i loro appartenenti, commilitoni e ex-soldati combattenti, organizzano incontri nei luoghi dove affrontarono i rischi della vita di trincea. I numeri di visitatori dovevano essere di un certo riguardo se il Touring Club d'Italia pubblicò una serie di guide che conducevano nei luoghi della guerra.
Con la dittatura fascista e la costruzione di imponenti Sacrari, il maggiore fu quello di Redipuglia, la visita ai luoghi di sofferenza fu organizzata in grande stile per glorificare il regime e la vittoria. I grandi ossari, come quello di Udine, erano funzionali alla “costruzione del nuovo italiano”, ma movimentò centinaia e centinaia di persone, non solo militari che visitavano anche le trincee.
Dopo la fine del secondo conflitto, la memoria della Grande Guerra, già istituita nel 1919, rimase nella data del 4 novembre, ricordato come festa della Vittoria, dopo alcuni decenni come festa delle Forze armate e infine come festa dell'Unità Nazionale e delle Forze armate. Anche in queste occasioni un numero, per la verità, sempre più esiguo di persone si recava nei luoghi della Prima Guerra Mondiale.
Dagli anni settanta in poi un numero sempre maggiore di recuperanti, non per necessità come quelli che subito dopo la guerra raccoglievano metallo per vivere, di appassionati e di escursionisti, cominciò a frequentare con maggiore assiduità le linee trincerate. Da questo momento, cioè tra gli anni ottanta e novanta, cominciarono a circolare piccole guide, alcune di notevole pregio e cura, altre più semplici, iniziarono a crearsi gruppi più o meno organizzati che si dedicavano al recupero delle opere militari e degli oggetti rimasti per anni seppelliti, ma iniziavano a condurre delle escursioni per neofiti o curiosi.
In Friuli Venezia Giulia, ben prima del 90° anniversario della Prima Guerra Mondiale, fu varata una prima legge di tutela e valorizzazione dei siti, dei resti, dei documenti legati a quel periodo (Legge regionale 8 maggio 2000, n. 10Interventi per la tutela, conservazione e valorizzazione dell'architettura fortificata del Friuli-Venezia Giulia). Fu un primo volano per la sviluppo di attività più organiche anche di visita dei luoghi della Grande Guerra, conseguentemente iniziarono a intensificarsi le attività di visita e valorizzazione di questi luoghi.
Con il 2014 e l'inizio delle celebrazioni legate alla Prima Guerra Mondiale in Europa, la Regione Friuli Venezia Giulia varò la LEGGE REGIONALE 4 ottobre 2013, n. 11 Valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima guerra mondiale e interventi per la promozione delle commemorazioni del centenario dell'inizio del conflitto, nonché norme urgenti in materia di cultura.
In questi ultimi mesi, con maggior insistenza, si attivano e si propongono attività legate all'argomento, a volte con finalità discutibili. Proprio perché da una parte è necessario valutare quale sia il modo più corretto per proporre una tematica di questo tipo (i campi di battaglia dove si effettuano le visite, sono stati campi di morte e di sofferenza), dall'altra, lo si è visto che questi luoghi sono stati visitati, si deve inquadrare le modalità operative di recezione di questi visitatori, il Laboratorio di Storia dello Stringher ha pensato di proporre un dibattito tra figure istituzionali e professionali in una conferenza dal titolo “Dal pellegrinaggio dei reduci, alle proposte per il centenario”.
Il referente del Laboratorio di Storia
Giancarlo Martina